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9 aprile 2017

10 strane cose da fare a San Pietroburgo ( adatte ai nuovi residenti, agli espatriati e ai viaggiatori audaci)

Esplorando il web e navigando tra i forum dedicati a San Pietroburgo si intuisce quanto stereotipata e quindi limitata sia la conoscenza di questa città. Parlando poi con amici italiani qui residenti ma anche russi, si coglie la sensazione che questa metropoli  riveli meno di quello che cela o conserva e solo dopo lunghi ripensamenti disveli pur centellinandoli i suoi tesori . Luoghi, storie e attività  vanno quindi ricercati con un pizzico di caparbietà e perseveranza ma confidando anche alla maniera degli antichi , nell'aiuto della dea Fortuna ma anche di Google map.
Una delle caratteristiche salienti infatti di un viaggio nella città fondata da Pietro il Grande è proprio quella di offrire una varietà di esperienze non standardizzate che possono integrare la classica sequenza: Ermitage, Palazzo di Caterina II, Chiesa del Salvatore sul sangue versato, gita in battello tra i canali ed escursione al Peterhof. Naturalmente è d'obbligo lo struscio su Nevskij condito o meno con borsh, blinì, pishky,matriosche, magneti per frigo, aringa impellicciata e filetto alla Stroganoff.
Da queste considerazioni nasce l'idea di regalare ad amici e futuri viaggiatori, una selezione di una decina di cose da fare che non trovate nelle guide in commercio e che i tour operator difficilmente vi proporranno. La scelta deriva dalle nostre personali escursioni protrattesi per vari anni in questa metropoli nordica con al seguito amici, parenti e pargoli di varie età.
Scegliete dall'elenco quelle attività che più si adattano al vostro spirito esplorativo e se avete qualche dubbio o siete in cerca di maggiori stranezze, scriveteci usando  il guestbook.

1)Fotografare rari fiori tropicali nella serra del Giardino Botanico di Pietro il Grande 


Anche in periodi non turistici quindi anche nei freddi mesi di gennaio o in aprile quando molti giungono qui a nord approfittando delle vacanze di Pasqua, è possibile visitare le serre tropicali del Giardino Botanico di San Pietroburgo. Anche quando all'esterno fa freddo, le temperature dentro le serre saranno di oltre 25°. L'ingresso costa 300 rubli ed è consentito solo con visita guidata e solo in lingua russa ad orari fissi. Se avete tempo disponibile richiedete anche un ulteriore biglietto (200 rubli) per esplorare da soli stavolta, la serra Sub-tropicale ricca di splendide azalee già da fine marzo.
Potrete, rimanendo in coda al gruppo, effettuare originali foto con tutta calma. Le sorprese non mancheranno e potrete mostrare ai vostri amici le inusuali immagini "tropicali"scattate in Russia, come questo esemplare in alto: si tratta del fiore dell'albero del baobab; l'etichetta ne riporta il nome botanico: Adinsonia za originaria del Madagascar.

Indirizzo del Giardino Botanico: Ul. Professora Popova 1
Metro:Petrogradskaya poi aiutarsi con una mappa o Google map.
PS: evitate le macchine automatiche per tè e caffè: entrambi imbevibili.

2) Portare nocciole ai socievoli scoiattoli del Parco di Pavlosk

I cittadini russi che si recano nel magnifico Parco di Pavlosk, raggiungibile facilmente in treno da San Pietroburgo, sono di solito ben forniti di nocciole e semi vari reperibili nei supermercati ma disponibili anche all'ingresso del parco.
Queste leccornie saranno utili per attirare facilmente i numerosi scoiattoli che vivono negli oltre 200 ettari di parco. Noterete che anche gli uccellini sono avvezzi a prendere il cibo offerto, specie quando la confusione è minore o quando la fame è inversamente proporzionale alla temperatura. Un paio d'ore al parco dotati di viveri e bevande vi consentiranno di apprezzare l'opera dei paesaggisti, anche italiani, che sin dal tempo dello zar Paolo I hanno creato queste oasi di verde e di relax.
Il treno per Pavlosk parte dalla stazione Vitebsky (nei pressi della metro Pushkinskaya) e  numerose sono le corse giornaliere. Il tragitto è di circa 35 minuti. Accedete dal lato destro della stazione dove troverete una biglietteria dedicata, salite dopo i tornelli le scale per raggiungere il binario di partenza.
Acquistate 1 biglietto di solo andata;(dite Tudà, bies abratna); vi consigliamo infatti di tornare in città
con uno dei minibus (299) che sostano all'ingresso del parco e che vi condurranno alla metro Moskovskaya senza dover attendere il treno per il ritorno.

3) Raggiungere il villaggio di Repino affacciato sul mar Baltico per provare l'ebbrezza di una tintarella sul Golfo di Finlandia.


Il villaggio di Repino è a nord di San Pietroburgo e prende il nome dal pittore russo Repin (molte sue opere sono al Museo Russo) che tra i boschi di questo villaggio un tempo chiamato Kuokkala essendo in territorio finlandese, aveva costruito la sua abitazione-studio, oggi preservata e ancora visitabile nella suggestiva tenuta detta dei Penati: dal nome degli  dei protettori del focolare domestico, in uso pressi gli antichi Romani.
Estese spiagge di sabbia dorata, bordate di balsamici abeti caratterizzano questi luoghi mai affollati che si affacciano sul mar Baltico.
Anche in inverno lo spettacolo delle onde del Baltico gelate è inusuale, basta solo avere gli indumenti adatti.

Si raggiunge Repino con l'autobus 211 ; raggiungetene il capolinea nei pressi della metropolitana Chornaya Rechka; la bigliettaia vi chiederà la vostra destinazione: direte " Penati" o " Musej Rjepina" in russo: se avete un navigatore sullo smartphone potete verificare l'approssimarsi della meta.
Scenderete proprio davanti alla suggestiva residenza museo di Repin che potrete visitare con guida registrata in cattivo italiano (verificate gli orari) magari dopo aver passato un po' di tempo al mare, raggiungibile dopo aver attraversato la strada con cautela inoltrandovi sulla collinetta tra gli abeti.
Nelle vicinanze del parcheggio troverete un ristorante turistico e delle toilette pubbliche, spesso affollate di signore Avendo invece la disponibilità di un'auto raggiungete la vicina Kamarovo dove si trova Ruskaya Ribalka un bel ristorante con un ricco menù e numerose terrazze soleggiate o protette affacciate sul mare.
Se non è ora di pranzo rifornitevi di bignè con panna (alla cassa ) da consumare tra i boschi o sulla spiaggia ma se vorrete cimentarvi nella pesca, canne e storioni sono a vostra disposizione in un minuscolo laghetto ma poi vi toccherà pagarli e anche mangiarli.

4)Collezionare idilliaci paesaggi pittorici nella cittadina di Gatchina

Gatchina: il lago nero e il Priorato di Malta in autunno
La cittadina di Gatchina dista circa 45 Km da San Pietroburgo ma nonostante sia presente una reggia imperiale e magnifici giardini paesaggistici è pressoché ignorata dai turisti.
Ad eccezione del periodo invernale quando i diversi laghi gelano e tutta l'area assume un colore uniforme, sia in estate ma soprattutto in autunno, l'intero parco che circonda il palazzo imperiale regala paesaggi con colori straordinari che richiedono tuttavia una certa predisposizione alla lentezza per poter cogliere da diverse angolazioni i giochi di luce, i riflessi e le simmetrie vegetali sulle acque dei tre laghi.
Nell'area hanno lavorato come progettisti due italiani: Antonio Rinaldi e Vincenzo Brenna che oltre a dedicarsi al palazzo, hanno messo in pratica i dettami di J.J. Rousseau nella composizione dei vari elementi del parco: si devono a loro i nomi di Lago bianco, Lago nero, Lago d'argento. Andate magari alla scoperta dell'isola dell'amore o del padiglione di Venere.Nella foto potete vedere un esempio del paesaggio autunnale del lago nero, con al centro il Priorato dei Cavalieri di Malta progettato da Nikolaj Lvov: l'eclettico architetto fu un antesignano nell'edilizia eco sostenibile infatti utilizzò terra cruda per  realizzare tale struttura nel 1799.
Il complesso paesaggistico nasce tuttavia nel 1765 quando Caterina II fece dono al suo favorito, il conte Grigorj Orlov  di questa tenuta usata inizialmente come riserva di caccia.
Sarà poi dimora  di ben 4 zar: Paolo I, Nicola I, Alessandro II e Alessandro III

Gatchina è facilmente raggiungibile in circa un'ora con il treno assai frequente che parte dalla stazione Baltiskaya. Il Palazzo imperiale e il parco si raggiungono in 10 minuti a piedi dalla stazione.
Utilizzando invece uno dei minibus  K18, K18 A (marshrutka) che stazionano a Moskovskaya, alle spalle della statua di Lenin, potrete scendere un po' prima del Palazzo imperiale e approfittarne per passeggiare nella cittadina nei pressi della cattedrale dai campanili blu e magari per  fotografare o raggiungere il Priorato di Malta posto separatamente e a sinistra del parco di Gatchina. Meglio portare viveri e bevande al sacco: calcolate almeno 2 ore per un'esplorazione del parco con poche soste e tre ore se siete fotografi pignoli. Il parco è gratuito ma assai esteso. Le toilette sono vicine al ponte, visibile appena entrati svoltando a destra del palazzo.


5)Andare in metrò ai laghi di Ozerki per prendere il sole, fare sci nautico o praticare il surf su onde artificiali.

Un tempo Ozerki che in russo si traduce con "stagni", era una zona periferica dove si trovavano poche dacie in legno di proprietà di artisti e imprenditori.
Oggi l'area è completamente urbanizzata e dotata di supermercati, bus e metropolitana. Difficile però vedere turisti da queste parti. Qui si possono tuttavia cogliere vari aspetti della vita russa non visibili passeggiando su Prospettiva Nevskij.
Incontrerete specie quando fa caldo le seguenti categorie:donne in tuta con cagnolino a passeggio; ragazze intente a spalmarsi di crema solare e attempate signore concentrate sulla spiaggia nell'obiettivo di immolarsi al dio sole e far giungere i raggi solari nei punti più reconditi; gruppetti di uomini di etnie varie intenti a rosolare salsicce su griglie minuscole; ciclisti in corsa lungo i sentieri, pescatori pazienti, famiglie con prole con vagoni di cibarie e giovani intenti a fare sci nautico trainati da un sistema automatico rotante.

Se volete provare tutto questo o parte di esso, prendete la metropolitana e scendete a Ozerki (linea 2 blu); attraversate utilizzando le strisce l'ampia Viborgskoye Shosse e sarete davanti al primo lago che si chiama Suzdal: se è estate portate il costume e bevande fresche; per la stuoia andate prima al supermercato vicino alla metropolitana.Evitate di andarci di sera anche se vi sembra chiaro.
Facendo poi il periplo del lago arriverete al secondo laghetto dove si trova il centro sportivo Sunpark e che potrà fornirvi di tutto il necessario per praticare lo sci nautico; un gommone è pronto a recuperarvi se doveste mollare il gancio trainante che consente di percorrere un itinerario ad anello che comprende trampolini di varia difficoltà non adatti certo ai neofiti. Vi interessa il surf ? Qui potrete scivolare su onde artificiali all'interno di un impianto tecnologico che consente di praticare questo sport lontano dal mare e con qualsiasi situazione metereologica.

6)Pescare, navigare sul Baltico, andare in bici o fare una gita romantica in barca sull'isola di Yelagin.

L'isola di Yelagin è uno dei luoghi preferiti dagli abitanti di San Pietroburgo per rilassarsi durante il fine settimana. Nei 94 ettari del suo territorio si trovano laghetti, canali, ponti, sentieri ciclabili e strutture sportive inclusa una spiaggia che si affaccia su un ramo della Neva. Nel parco Kirov al suo interno si possono praticare diverse attività
oppure semplicemente stare sdraiati a prendere il sole (in estate ovviamente).In inverno si pratica lo sci di fondo o si passeggia sulla Neva gelata.
Si trovano biciclette a noleggio, qualche chiosco per snack e bevande e un modesto bar ristorante.
Una buona soluzione per esplorare l'isola è percorrerne i diversi canali con una barchetta o un pedalò facilmente noleggiabili (i vari punti sono visibili sulla mappa all'ingresso).
Se volete cimentarvi nella pesca basta procurarsi una canna economica  e poi attendere con calma; in alternativa se sapete qualche parola di russo cercate di socializzare con chi ha già posizionato la canna e magari dividete con lui biscotti, una birra o ricette di pesca. Non sappiamo tuttavia se occorra una licenza per la pesca amatoriale; noi non abbiamo mai visto controlli nei parchi.

L'isola di Yelagin si raggiunge facilmente con la linea 5 della metropolitana scendendo a Krestovskij ostrov proprio davanti al Luna Park (Divo Ostrov).Usciti dalla metropolitana dirigetevi a destra e in pochi minuti raggiungerete il vicino ponte sulla Neva grande dove si trovano le biglietterie del Parco Kirov. Il costo è irrisorio.
Superato poi il ponte e proseguendo, sul lato sinistro del parco si trova l'ormeggio di una imbarcazione che effettua un interessante tour di un paio d'ore a orari fissi giungendo sul mar Baltico e poi rientrando in città. Tornati sui vostri passi e superato il ponte, svoltate a destra per raggiungere un battello-ristorante nel caso in cui il movimento vi abbia fatto venire fame: vi consigliamo carni alla griglia. Nell'area ma vicino allo stadio si trova anche un brioso ristorante in stile bavarese: Fredrerik  si anima in estate e durante il periodo dell'October fest allorquando decine di cameriere in tipico costume fanno la spola per servire i numerosi clienti seduti ai tavoli ai vari piani del locale o in terrazza.


7)Andare al Museo zoologico per ammirare uno smisurato scheletro di balena blu, fotografare la rara tigre dell'Amur, farsi un selfie con un mammuth di 400.000 anni, guardare negli occhi un dugongo e cercare un rarissimo esemplare di Mucca di mare di Steller.

Museo zoologico di San Pietroburgo: tigre di Amur
Il Museo zoologico di San Pietroburgo non rientra nella terna dei più gettonati musei della città. La ragione nasce forse dall'idea che esso non abbia niente di più di tanti altri musei del genere sparsi per il mondo o che San Pietroburgo non sia un luogo adatto a viaggi con bambini.
Entrambi queste supposizioni sono errate.
Molti viaggiatori dimenticano di trovarsi a oltre tremila km da casa e in un paese tra i più estesi al mondo dove le esplorazioni sono iniziate ad opera di illustri personaggi come Simon Pallas, Vitus Bering e Przhevalsky. Numerosi sono stati gli scienziati e naturalisti che da oltre tre secoli hanno raccolto, analizzato e conservato per le successive generazioni esemplari di flora ma anche di fauna di ogni ambiente, terrestre, marino e aereo.

Avendo l'accortezza di evitare i periodi di vacanze scolastiche, recatevi al Museo con macchina fotografica e scorta di batterie. Vi accoglierà lo scheletro completo del più grande mammifero vissuto sulla terra: una smisurata balena blu che raggiunge i 27 metri di lunghezza.
Numerose sono le ricostruzioni degli ambienti che includono varie specie di animali, note e meno note:i più piccoli si appassioneranno alle colonie dei pinguini ma non mancano renne, alci e i piccoli fennec abitatori dei deserti.Numerosissimi sono gli uccelli e non mancano certo quelle specie tipiche degli ambienti siberiani:potete senza timore avvicinarvi ad una splendida Tigre dell'Amur e ripetere lo scatto che trovate in questo post.Qui si trovano inoltre vari esemplari di mammuth di diversa età incluso il minuscolo Baby Dima. Potrebbe esssere istruttivo avere un faccia a faccia con dugonghi e lamantini;osservate l'incredibile architettura dalle strane forme elicoidali di alcune spugne marine: vi rammenterà la struttura di uno stent , ammesso che ne abbiate mai visto qualcuno.
Andate a cercare la rarissima Ritina di Steller nota anche come Mucca di mare di Steller (Hydrodamalis giga): si tratta di un mite e indifeso mammifero erbivoro, scoperto nel 1741 dal medico naturalista G.W.Steller durante la Grande Esplorazione a Nord di Bering, finanziata dall'impero russo al fine di cercare un passaggio verso il continente americano e intraprendere nuovi rapporti commerciali con i coloni americani.
Guardando questo raro scheletro (un altro sta in Finlandia) potreste riflettere sulla rara capacità dell' Homo sapiens di distruggere una pacifica specie vivente in tempi brevissimi: dalla sua scoperta avvenuta nel 1741, ci sono voluti solo 27 anni per decimarne l'intera specie e far estinguere per sempre questi mastodonti marini.

Il Museo Zoologico di San Pietroburgo che nel 2017 compirà i 185 anni, si trova sull'isola Vasilievsky al N°1 del Lungofiume dell'Università ed è facilmente raggiungibile attraversando il ponte Dvortsovy most  a poca distanza dall' Ermitage e subito prima del Museo detto KunstKamera che fu il luogo da cui sono originate le collezioni dei reperti naturalistici acquistate e raccolte dallo zar Pietro il Grande.
Il giorno di chiusura è il martedì e ogni secondo mercoledì del mese per operazioni di pulizia.


8)Provare un incontro ravvicinato con decine di farfalle di ogni forma e colore che si poseranno senza timore sulle vostre mani  e assistere in diretta alla nascita di una farfalla.

Al contrario delle nostre italiche complicazioni, a queste latitudini chi ha un'idea di business valida e in grado di generare profitto, non trova molti ostacoli. Creare luoghi dove grandi e piccoli possono provare l'esperienza di vivere per un breve lasso di tempo a diretto contatto con variopinte farfalle tropicali sembra incontrare il favore del pubblico russo che apprezza tali iniziative che sono tuttavia ignorate o misconosciute dai turisti presi dai loro frenetici tour imperiali
Se avete sempre desiderato fotografare una farfalla tropicale o tenerne una sul palmo della mano, qui a San Pietroburgo potrete finalmente soddisfare questo desiderio per pochi rubli.
In città di giardini con farfalle è possibile trovarne un certo numero, ma crescendo l'attività con nuovi partner in franchising potreste trovarne uno più comodo per voi: guardate i manifesti nelle classiche rivendite di biglietti per eventi e spettacoli.
Uno non lontano da Ulitsa Marata in centro lo trovate al Centro Mindo in Улица Правды, дом № 12 (Ulitsa Pravdij edificio 12). Un'altro in attività da vari anni è ubicato non lontano da Sennaya ploshad in Мучной пер, 3, (Muchnoj pereuloq 3 ). I prezzi variano da 250 a 500 rubli con un pacchetto famiglia per 4 a 1200 rubli.

9)Fare un bagno tra gialle ninfee fiorite e poi fare un picnic sulle rive di un lago che sembra di montagna mentre in realtà siete ancora a San Pietroburgo nel Parco Shuvalovsky, considerato monumento storico pubblico.

Il parco Shuvalovsky è quel classico luogo di cui in molti hanno sentito parlare ma pochi realmente possono dire di aver visto.
Ovviamente non si trova nelle aree turistiche della città e questo certamente lo rende a prima vista irraggiungibile per chi ha scarsa dimestichezza con la lingua russa utile per trovare l'opportuno mezzo di trasporto.
Non si trova neanche nelle guide turistiche in altre lingue ma a dispetto di tutto questo è riconosciuto come luogo di interesse storico pur essendo frequentato solo dagli abitanti della zona e da qualche sportivo in vena di impegnative scalate in mountain bike o discese repentine con sci e slittini in inverno.
Facile intuire dal nome che il parco e il lago faccia parte di un' antica tenuta appartenente alla famiglia Shuvalov, di cui un Peter Ivanovich Shuvalov (1711-1762) prima cadetto alla corte di Pietro I, fu nominato conte in seguito ai servigi militari prestati al tempo di Elisabetta Petrovna.
Numerose, complesse e incerte sono le vicende riguardanti questa area che molto prima che nascesse San Pietroburgo era frequentata da famiglie finlandesi.Vi sono vari siti che offrono informazioni aggiuntive ma dovrete tradurli dal russo. L'idea comunque era solo quella di stimolarvi a raggiungere questo idilliaco luogo in una bella giornata estiva e seguire l'esempio dei russi presenti: troverete chi fa il bagno tra le ninfee fiorite, chiacchierando a lungo nell'acqua, chi prepara pesce o carne alla brace e chi passeggia in lungo e largo per il parco provando a scalare il Parnaso - una collinetta rara da queste parti che eleverà il vostro sguardo fino a 61 metri d'altezza e se il cielo è limpido vi consentirà di vedere la cupola di Sant'Isacco. Un'altra curiosità sono i due laghetti di origine artificiale risalenti al XVIII secolo che hanno una forma assai curiosa rappresentando uno il cappello e l'altro la giubba di Napoleone.(Si riconoscono meglio con Google map, sebbene la vegetazione abbia modificato in parte il disegno originario).Nel parco troverete anche una chiesa gotica progettata da Alexander Brjullov e una imponente dacha costruita da Messmacher, ma vi lascio il piacere di individuare da soli tutto questo e altro ancora.

Il modo più semplice per giungere al Parco Shuvalovsky è arrivare in metrò a Ozerki e poi prendere un minibus su Viborskoe shosse che vi lascerà alla fermata più vicina all'ingresso del parco. In auto se avete un navigatore dovrete impostare la località di Pargalovo e poi deviare nelle vicinanze del parco parcheggiando su Parkovaya ulitsa, appena vedrete uno slargo a sinistra nei pressi di uno degli accessi visibili a destra, da cui si dipartono i sentieri segnalati da cartelli. Meglio portare cibi e bevande se vorrete godere della tranquillità di questa oasi ricca di abeti centenari e rare orchidee.


10)Andare alle origini delle "Montagne russe" visitando il Parco imperiale di Lomonosov dove si trova la stazione di partenza progettata da Antonio Rinaldi per una complessa struttura avente lo scopo di divertire la corte di Caterina II .

Lomonosov è una località a ovest di San Pietroburgo, dove è ubicato uno dei più antichi Palazzi Imperiali denominato Oranienbaum.
Menshikov, principale consigliere di Pietro il Grande aveva costruito nella tenuta non lontana dal Golfo di Finlandia una residenza estiva che alla sua morte  era stata nuovamente acquisita tra i beni imperiali. Nel 1743 l'imperatrice Elisabetta ne fece dono al nipote, il futuro zar Pietro III.
Anche Caterina II, pur se per brevi periodi utilizzò la reggia accogliendo importanti ospiti nel suo personale padiglione cinese: difficile sintetizzarne il complesso contenuto artistico che un architetto come Benois sintetizzò con: "un risultato pari ad una sinfonia di Haydin o Mozart".
Sebbene nella fase iniziale di progettazione, Menshikov avesse impiegato l'architetto Rastrelli, in seguito Pietro III chiamò Antonio Rinaldi per la realizzazione della maggior parte degli edifici ancora visibili nel Parco di Lomonosov.
Quello nella foto a destra è uno dei gioielli barocchi nati dal genio e creatività di Rinaldi: in russo è noto come Katal'naya gorka traducibile con "montagne russe" anche se questo termine nacque molto tempo dopo di questa realizzazione ad opera di imprenditori che prima esportarono l'idea in europa e poi subendo modifiche e miglioramenti si diffuse in America. Difficile a prima vista associare tale elegante struttura color pastello con delle montagne russe ma ciò è dato dal fatto che quello che appare in foto è solo la stazione di partenza ubicata al secondo piano dell'edificio, ad almeno 20 metri di altezza. Da queste terrazze decorate un tempo da centinaia di vasi di alabastro si dipartivano delle rampe in legno che attraverso 160 piloni e 772 colonne costituivano un percorso di 532 metri che garantiva una discesa per inerzia di slitte riccamente decorate in forma di animali, gondole e carri trionfali con a bordo i membri della corte: gli uomini stavano dietro in piedi e le signore erano sedute comodamente davanti. Un ingegnoso meccanismo riportava, finita la corsa, le slitte al piano di partenza per prolungare all'infinito il divertimento.La struttura in legno non ha superato la prova del tempo, mentre oggi dopo vari anni di incuria anche gli interni ideati da Rastrelli e realizzati da decine di artigiani italiani sono stati egregiamente restaurati e sono visitabili a pagamento.
Potrete dedicare un paio d'ore al complesso di Lomonosov, mettendovi però subito in coda per l'acquisto dei biglietti al padiglione cinese e poi esplorando il resto del parco caratterizzato da una certa naturalità e ben diverso da quello curatissimo e ricco di fontane e giochi d'acqua del Peterhof.

Il modo migliore per raggiungere Lomonosov è con il comodo treno che parte dalla stazione Baltiskaya e che in un'ora vi porterà a destinazione. Il parco è a una decina di minuti dalla stazione. Evitate i venditori di telefoni:  sono per lo più rubati a San Pietroburgo.
Dalla metropolitana Avtovo (attraversata la strada con il sottopasso) partono invece varie marshrutke che portano al Peterhof e proseguono poi per Lomonosov. Sono assai frequenti ma più affollate in estate.

Buona esplorazione !


16 settembre 2016

Alla scoperta di Zacinto (Zante), tra verdi colline, rugginosi relitti, mare turchino, tartarughe e mitiche arpie

Esplorando il web agli inizi di maggio, avevamo scoperto dell'esistenza di un volo diretto da Roma Fiumicino della compagnia spagnola Vueling, che in circa un'ora e trenta minuti consentiva di raggiungere un'isola greca vicina ma non ancora assuefatta dal turismo estivo. La brevità, più dell'economicità del volo ci aveva convinto che l'isola di Zante di foscoliana memoria, o Zakhintos per i suoi abitanti, fosse la meta ideale per quest'anno. La mattina del 19 luglio eccoci incolonnati in aeroporto con altre centinaia di viaggiatori che  a prima vista sembrano tutti aver avuto la nostra stessa idea.



Nell'unica magmatica fila, avanzano invece , come scopriremo dopo, passeggeri diretti verso destinazioni diverse, operate però dallo stesso vettore spagnolo che serve molte destinazioni "estive".Risulta palese tuttavia una certa inesperienza del personale addetto alla gestione dei gates e  assai scarso è il supporto ai passeggeri in cerca di indicazioni certe sulla  fila da seguire.
Armati di pazienza alla fine otteniamo l'agognata carta di imbarco e superati i controlli, ci rilassiamo in attesa della partenza. Volontariamente ci sottoponiamo a ulteriori file, prima per un cappuccino e poi per acquistare a scopo preventivo, una bottiglia d'acqua. Il tempo scorre e avvicinandosi l'ora degli imbarchi ecco agglutinarsi passeggeri, valigie e accessori che, dopo un certo tempo a causa della stanchezza, perdono di continuità: molti infatti si accovacciano sul pavimento e ci si sarebbe aspettato anche un giro di calumet della pace se non ci fosse stato, il divieto di fumare.
Il tempo passa e una dopo l'altra le file come per magia si estinguono  e quelle residue si compattano; si visualizza adesso con l'ampliarsi dello spazio, il gate con la magica scritta Zacinto e una voce femminile prima in inglese e poi in italiano invita all'imbarco immediato.
Fugace controllo del passaporto e breve tragitto in bus con gli altri vacanzieri la cui età media è intorno ai 25 anni. Ecco l'aereo lucido e con tanti pallini sulla coda distintivo del logo Vueling. Prendiamo posto e alle 9,07 italiane si decolla con solo... 1 ora e 27 minuti di ritardo.
Dopo una quindicina di minuti, raggiunta la quota di crociera, le gentili hostess dall'idioma spagnolo, passano per offrirci graziosamente a pagamento e senza scusarsi per il ritardo: caffè Illy, panini visivamente appetitosi e bevande ipocaloriche contenenti E 960, ovvero edulcoranti naturali estratti dalla pianta di stevia rebaudiana. Sorridiamo alla hostess, declinando con un rapido movimento del capo la gentile offerta e preferendo bere normalissima acqua San Pellegrino, senza additivi né edulcoranti e tanto meno coloranti.
Volo tranquillo tuttavia e splendida vista aerea delle suggestive scogliere calcaree delle isole Ionie, qualche minuto prima dell'atterraggio avvenuto alle 10,35 ora greca. Tempo bello e temperatura di 28° C.

ARRIVO A ZANTE (ZAKHINTOS)
I controlli allo sbarco sono inesistenti, c'è una certa osmosi di lingue all'unico nastro di consegna dei bagagli, ci sono infatti passeggeri danesi, inglesi e italiani; recuperiamo infine le valigie e usciamo dal piccolo aeroporto: siamo al caldo su un'isola greca a noi ignota ed è già mezzogiorno..
Una decina di minuti di attesa ed ecco il nostro turno: un giovane tassista dotato di inglese e originario dell' isola ci conduce a destinazione in 45 minuti fino a Agios Nikolaos per 43 euro. Abbiamo deciso di non noleggiare l'auto via web ma di prenderne una sul posto a prezzi più convenienti la settimana dopo. La tariffa del taxi ci era invece già nota, essendo riportata su un sito web inglese dedicato ai trasferimenti sull'isola di Zacinto che riportava la lista dei prezzi per le principali destinazioni dell'isola.
Cordialissima accoglienza da parte del giovane Stamatis e poi del fratello Dyonisios, che partecipano attivamente insieme ai familiari( Luciana,Alexis,Nickos) alla oculata gestione del residence da noi prenotato (via mail), e ancor di più a quella del gustoso ristorante biologico che, scopriremo essere ben noto anche ai naviganti in transito dal porticciolo di Agios Nikolaos.
Il mare è azzurro e invitante ma gli zuccheri sono in calo e si decide di testare da subito la cucina greca di casa Nobelos. Testiamo alcune saporitissime bruschette, diverse da quelle della tradizione romana e passiamo subito dopo al polipo stufato con cipolle, aceto, capperi e pomodorini, presentato in una mini casseruola in alluminio.Completo il pranzo con una tipica ma delicata moussaka cosparsa di uvetta di Corinto. La mia metà si gode con la vista ed il palato una smisurata insalata greca i cui colori mettono già allegria, mentre i sapori ricchi e intensi della locale feta, irrorata di olio profumato e un piatto di freschissime alici marinate soddisfa ampiamente le aspettative. Difficile cambiare le italiche abitudini e terminiamo il pasto con un'espresso. Recuperiamo l'alzataccia delle 4,30 del mattino e tornati in camera sprofondiamo nel regno di Morfeo per un paio d'ore.
Al risveglio in pochi minuti ci impossessiamo di due sdraio poste a pochi passi dall'acqua che benchè non proprio calda, tuttavia è trasparente e dai riflessi verde azzurri, assai invitanti. Nella baia di fronte stazionano 4 natanti: due belle barche a vela, uno yacht color porpora ormeggiato a ridosso di un' isolotto che un tempo, ci hanno riferito, apparteneva al Vaticano e infine un lucido catamarano dove gli occupanti sembra stiano facendo il bucato, stendendo al sole colorati pareo e costumi che la brezza marina scambia per bandiere e fa sventolare allegramente.
Una spiaggetta a Agios Nikolaos a nord di Zacinto
Verso le 18,30 raggiungiamo il vicino porto dove è appena attraccato un grosso traghetto proveniente dal porto di Pessada nel sud dell'isola di Cefalonia: sbarcano una decina di viaggiatori attesi da bus turistici e poche auto. Esploriamo due piccoli supermarket dove scopriamo vari tipi di ouzo, incluso quello più rinomato prodotto a Lesbo, ritenuto il migliore e dal costo di 5 euro. Numerose le tipologie e dimensioni delle olive in vendita e ovviamente non manca l'olio greco vista la gran quantità di uliveti presenti in tutta l'isola. Un anziano su un trabiccolo a motore vende origano, olio e qualche ortaggio.Vicino al molo si trovano chioschi che preparano la pita, la versione greca del calzone italico, farcito con spinaci, formaggio locale, salsiccia o a vostro gusto. Diverse sono le taverne affacciate sul mare dalle quali fuoriesce una invitante scia che viene dalla brace e dai cibi grigliati. C'è una certa competizione tra i ristoratori e c'è addirittura chi usa il binocolo per spiare se i concorrenti abbiano dei clienti e quanti tavoli risultino già occupati. Notiamo che le giovani commesse dei negozi non parlano con accento greco: una ci dice infatti di essere serba, un'altra assai loquace è albanese, tuttavia entrambe parlano un inglese decente. Decidiamo di fare una buona scorta di frutta: pesche profumatissime e ciliege giganti a prezzi, lo scopriremo in seguito, assai maggiorati rispetto al centro di Zante distante tuttavia 45 minuti di auto. Più avanti una fanciulla premurosa ci viene incontro e ci informa che la loro imbarcazione ormeggiata poco distante, parte alle 9,30 ogni mattina per un tour di tre ore che porta alla famosa spiaggia del naufragio (in greco Navagio, in inglese shipwreck) e alla grotta blu al costo di 15 euro a persona; scopriremo nei giorni successivi che tante sono le compagnie locali, attive per pochi mesi all'anno, che offrono allo stesso prezzo tale gita con imbarcazioni più o meno simili.
Si torna al residence e ci si dedica alla sistemazione più ordinata del resto del bagaglio. Cominciamo a prendere dimestichezza con la lingua greca tramite un manualetto della Lonely Planet, piccolo ma utile, visto che come d'abitudine intendiamo apprendere qualche frase da utilizzare in giro per l'isola. Decidiamo di iniziare da subito sfoggiando a fine pasto un bell Efkaristò! = grazie ! , con i camerieri del ristorante Nobelos ed in particolare con Stephanos, che con il passare dei giorni e l'aumentata confidenza, dichiara simpaticamente che potrebbe considerarci come degli zii, ma soprattutto ci rivela non solo di essersi innamorato di Marta, una bella e brava studentessa italiana ma di volerla addirittura sposare al più presto. 
Inutile dire che presso il residence del Nobelos il relax è assicurato: questa bella struttura con una storia ormai ventennale è posta  direttamente sul mare e dispone di solo quattro appartamenti da due, quattro e sei posti letto. Non si può definirlo economico ma ha l'indubbio vantaggio di avere tutto a portata di mano:mare cristallino, lettini, sdraio, ombrelloni, docce, un bar sempre aperto, camerieri gentili che parlano anche inglese, toilette impeccabili, una pineta ombreggiata e un ristorante biologico fiore all'occhiello dell'attività della famiglia. L'abitudine greca di non avere spiagge private, tuttavia crea qualche problema nelle domeniche estive, allorquando gli spazi antistanti le spiaggette di ghiaia e la terrazza sopraelevata affacciata sul mare, vengono invasi da famigliole e pargoli vocianti e iperattivi: capirete da soli che è quello il giorno giusto per dedicarsi all'esplorazione dei villaggi di montagna e passeggiare nei deserti boschi di pini, gran parte dei quali stillanti resine odorose.
A questo punto onde evitare di annoiare i lettori, tralasceremo il diario giornaliero anche se poteva essere interessante la descrizione dei cromatismi sempre diversi delle colazioni a base di frutta fresca e yogurt irrorati di miele profumato oppure rammentare del gallo mattiniero che ogni mattina alle 6,15 cantava a tutto il circondario la sua presenza nell'isola e tralasceremo anche i dettagli del fugace incontro con una giovane e bella attrice greca di nome Clelia, venuta a rilassarsi su queste nascoste spiaggette, lontane dalla capitale greca ed esenti come ci rivela simpaticamente lei stessa in buon italiano, dai flash di fastidiosi paparazzi. Se vi trovate a passare dal ristorante Nobelos, forse non avrete la fortuna di incontrare Clelia ma potrete sempre consolarvi assaggiando la Krìtama, magari accompagnondola a del pesce o al Saganaki (formaggio fritto saporitissimo).
Kritama e saganaki: leccornie da provare a Zacinto
Amplierete così non solo la conoscenza della cucina greca ma anche le vostre cognizioni botaniche:la Krìtama è infatti una pianta, la Salicornia, che cresce sulle rocce calcaree vicine al mare e che è alquanto diffusa a Zacinto. Anche gli inglesi, a cui non mancano certo le scogliere, la conoscono e la chiamano Samphire; il nome tuttavia è di derivazione francese e origina dal popolare nome di "erba di San Pietro" o più comunemente asparago di mare, con cui i marinai indicavano tale pianta edule in grado di fornire facilmente sali minerali e anche vitamine.

Condenseremo i nostri racconti in utili suggerimenti, per dare qualche dritta a chi volesse visitare Zacinto la prossima stagione estiva, prendendo spunto dalla nostra esperienza e dagli itinerari da noi percorsi a bordo di una Nissan Micra presa a noleggio.
Una piccola auto o un robusto quad, se possedete un'abbronzatura idonea, l'età adatta e capigliatura fluente da far ondeggiare al vento, è infatti indispensabile per esplorare l'interno dell'isola e raggiungere le piccole ma idilliache spiagge: evitate motorini e auto con cilindrate sotto i 1200 cm³, visto che esplorando l'isola troverete salite impegnative e discese verso idilliache spiagge che superano anche il 10% di pendenza. Il traffico è tuttavia inesistente e non farete fatica a parcheggiare neanche a Mikro Nisi o vicino alla spiaggia di ciottoli di Makris Gialos, oppure in quella terapeutica dalle sorgenti sulfuree di Xigia, se userete i parcheggi peraltro gratuiti delle taverne, poste in prossimità. Anche a Porto Vromi ad esempio vi conviene percorrere tutta la spettacolare strada in forte pendenza, fin sulla spiaggia visto che il parcheggio nascosto dietro il bar è libero e assai ampio e perfino dotato di toilette pur se assai spartane.
VILLAGGI E SPIAGGE
Steli fioriti di Kritama (Salicornia) a Agios Nikolaos
L'isola per quanto non particolarmente grande ha una conformazione assai interessante che sfugge a chi non si spinga verso i piccoli villaggi posti in collina, immersi nella vegetazione, tra estesi uliveti e qualche vigneto. Gli agglomerati a maggiore densità sono quelli più vicini alla costa dove si trovano lunghe distese sabbiose non lontane dalla città di Zacinto. Le strade sono ben tenute e ovunque si trovano alberi di ulivo anche con magnifici esemplari ultracentenari. La zona di turismo intensivo è quella a sud dell'isola dove sono concentrati esercizi commerciali, ristoranti e strutture ricettive di vario genere. Se avete deciso di apprendere l'inglese e non il greco, prenotate un appartamento nell'area di Laganas: qui oltre a un' estesa spiaggia di sabbia troverete un'atmosfera a nostro parere assai surreale, che ricorda i tipici villaggi dei film western:vedrete sfrecciare, specie la sera, decine di carrozze tirate da cavalli guidate da serissimi cowboys dall'inglese impeccabile e a bordo famigliole inglesi e teenagers dai tacchi alti pronte alla baldoria in una delle numerose discoteche presenti nell'area. Per strada e nei locali troverete migliaia di inglesi per lo più giovani, che la mattina si crogiolano sulla lunga distesa di spiaggia, il pomeriggio scorazzano in coppia sulle strade dell'isola su potenti quad presi a noleggio, mentre la sera affollano birrerie e discoteche dove non occorre pagare biglietti d'ingresso. Se questo è ciò che cercate andate a Laganas, a Kalamaki, a Tsilivi e ad Alikes.
Se viceversa siete in cerca di relax, di spiaggette non affollate e taverne tranquille adatte a cene romantiche o in buona compagnia, dovrete spostarvi verso il nord dell'isola e se avete pargoli al seguito cercare magari tra Alikes ed Alikanas dove la spiaggia è ampia e meno caotica di Laganas. Negli altri casi cercate qualche sistemazione tra piccoli hotel e mini appartamenti o case tra gli ulivi che si adattino al vostro budget tra Katastari e il porto di Agios Nikolaos Volimenos. Se volete provare qualcosa di originale risalite sui monti ricchi di pinete e neri cipressi, parlate in greco bevendo un bicchierino di ouzo con gli anziani dei villaggi montani dove si usa ancora andare a dorso di mulo e soprattutto ammirate tramonti e cieli stellati. Rimanete un paio di giorni nella tranquilla Maries,  e poi provate l'ebbrezza di scendere al mattino dai monti al mare, tuffandovi a Porto Vromi o andando a fare snorkelling a Limnionas prima delle 9 del mattino, accaparrandovi uno dei pochi ombrelloni posti sulle terrazze di calcare: sarete ripagati della levataccia estiva sentendovi per qualche ora, padroni unici di questi paradisi naturali.
Se tuttavia non siete pigri, andando in esplorazione non vi sarà difficile arrivare nelle circa 37 spiagge presenti nell'isola: dalla distesa sabbiosa di Banana sulla penisola di Vassilikos a quelle più nascoste come Amboula e Psarou, forse non le più belle ma le più tranquille ma sempre dotate nelle vicinanze di taverne e alloggi convenienti.
Il villaggio di Loyxa immerso tra i pini

Se nutrite un interesse per i bassorilievi e pensate sia utile vedere come si trasformi artisticamente la pietra calcarea o  in alternativa intendete intervistare un allevatore di capre, allora un paio di giorni di isolamento a Giri, il villaggio più alto dell'isola  o anche nella pittoresca e arcaica Loucha (Loyxa in greco), vi faranno riscoprire suoni di arcaica memoria e profumi di erbe aromatiche che non sentivate da tempo.

Se siete collezionisti di spettacolari tramonti dovrete raggiungere Kampi (si pronuncia Kabì) o capo Kerì, prendere un gelato o una bevanda e dopo esservi accomodati su ecologiche balle di paglia attendete senza fretta lo spettacolo naturale del tramonto che si ripete ogni sera ormai da millenni.
Volgendo le spalle al faro percorrete prima del tramonto il viottolo in opposta direzione e godetevi quindi lo spettacolo delle infinite falesie di bianco calcare a strapiombo su un mare straordinariamente blu, adatto più per dipinti a olio ricchi di increspature e colori intensi che non a foto digitali con super zoom..
La cittadina di Zacinto dal placido mare color turchese è apprezzabile con una passeggiata di poche ore: perdetevi per le stradine e piazzette del centro, scoprite le reliquie di San Dionisio, patrono della città che pur essendo passato a miglior vita sulle vicine isole Strofadi, i cittadini hanno voluto urbanizzare riportandone le spoglie in città. Se fa caldo prendete un caffè freddo pronunciandolo all'italiana da O kokkinos Vrachos proprio sotto i portici ombreggiati di Platia Solomoù, ma fatevi guidare soprattutto, sia dai profumi stimolanti dei cibi grigliati e dalle erbe aromatiche che dopo il tramonto guideranno il vostro olfatto verso la meta ideale per i vostri souvenir dall'isola. Sul lungomare in ordinati chioschi, affabili venditrici di dolciumi locali , interessate ad apprendere più il polacco o il russo che l'italiano, vi faranno assaggiare le specialità dell'isola:i pastelli e il mantolato , ovvero morbidi torroni al sesamo e alle mandorle. Provate anche i lokhum alle rose: assolutamente inebrianti. Benché non manchino i ristoranti tipici specie a Zacinto città, prima di lasciare l'isola abbiate l'oculatezza di raggiungere Drosia non lontano da Gerakari, dove si trova la taverna Porto Roulis e dove troverete ottimo pesce pescato dallo stesso proprietario e che pagherete una trentina di euro al kg. Il giorno della vostra partenza investite il denaro rimasto in una bella esperienza gastronomica:dirigetevi alla taverna Komis, non lontano dall'imbarco dei traghetti, a Zacinto città e lasciatevi guidare fiduciosi da chi vi illustrerà l'ampio menù; siate certi che rimarrete entusiasti della freschezza del cibo e delle piccole sorprese culinarie, dessert incluso.Se avete un' auto piena di bagagli, sappiate che potrete parcheggiarla subito dopo l'ingresso del ristorante in un grande piazzale dotato anche di alcune zone ombreggiate.
COSE DA FARE O EVITARE:
1)Digitando il nome di Zacinto su internet e su you tube la prima cosa che appare è l' arcinota Spiaggia del Relitto. Non si può non visitarla e immergersi nelle acque turchesi che lambiscono la sua piccola spiaggia, ma nei mesi estivi è un andirvieni di barche, motoscafi, traghetti e perfino galeoni interi, stracolmi di turisti. Forse se andate in giugno o nei primi giorni di luglio, la situazione sarà leggermente migliore oppure optate per una gita più rapida che batta sul tempo gli altri natanti. Raggiungete Capo Skinari all'estremo nord dell'isola intorno alle 9,00, superate il ristorante e proseguite in discesa fino al porticciolo e parcheggiate. Salite quindi sul primo battello in partenza per il Navagio. Se guardate la mappa di Zacinto, capirete perché i natanti che vengono dal porto di Zacinto o da quello di Agios Nikolaos arriveranno molto dopo di voi.
Soffrite il mal di mare ? Potrete vedere la spiaggia del relitto dall'alto. Si raggiunge il villaggio di Volimenes e poi si seguono le indicazioni per il Monastero di St. Georges Kremnos; da lì  attraverso un viottolo si raggiunge il punto panoramico che consente di scattare stupende foto alla spiaggia del relitto, residuato del naufragio occorso ad antichi contrabbandieri di sigarette in fuga. Su you tube inoltre, trovate filmati adrenalinici con altri originali modi di raggiungere tale spiaggia, certamente non adatti a cardiopatici e a chi abbia paura del vuoto.
2)Zacinto gode nelle zone rivolte a est, di pomeriggi ventilati e anche a 30° C non si soffre il caldo.
Viceversa attraversare in agosto le piazze della città di Zacinto nelle ore estive più calde, o andare in barca per una gita di diverse ore senza un tendalino protettivo potrebbe arrecarvi seri danni.
Nelle spiagge più piccole tenete conto che il numero degli ombrelloni è assai limitato, in tal caso fate il bagno e poi andate nella taverna più vicina per reidratarvi pasteggiando con ouzo dal buon sapore di anice diluito con acqua non gasata a vostro gusto.Troverete diversi marchi: noi crediamo che il Mini sia quello più aromatico benché economico.
3)Nei mesi estivi sono numerose le offerte in tuti i porti e porticcioli per tour brevi e su misura alla scoperta di grotte dai riflessi blu e turchese e minuscole spiagge nascoste, quindi non limitatevi solo alla gita al Navagio. Tuttavia nonostante la perizia dei marinai, un tempo agricoltori, molte procedure di sicurezza stabilite dalle pacifiche capitanerie vengono disattese, confidando che nulla di grave possa accadere. Poiché lo abbiamo sperimentato, vi suggeriamo caldamente di conservare le ricevute della gita e poi di salire o scendere dai natanti solo quando il capitano di turno abbia assicurato adeguatamente al molo il suo scafo. Meglio fare i pignoli che rovinarsi la vacanza con un' inaspettata caduta causata da un repentino allontanamento della barca, creato più dal pressapochismo che dal moto ondoso.
4)Un altro leit motiv dell'isola è quello della tartaruga Caretta Caretta: se potreste avere la fortuna di vederne qualcuna in acqua dalle parti dell'isolotto di Marathonisi, di fronte a Limni Keriou, dove troverete anche alcuni centri diving, riteniamo assurdo però parlare di protezione della fauna e poi far partire decine di barconi per andare a disturbare le tartarughe o gli esemplari appena nati.Se non volete fare i biologi e avete a cuore tali animali, evitate i tour a pagamento fatti in nome della loro salvaguardia.
5)Andare in vacanza non dovrebbe essere solo relax, mare e sole, ma anche ampliare i propri orizzonti geografici e arricchirsi di nuove conoscenze: Zacinto nonostante sia vicina all'Italia offre ancora l'opportunità di sentirsi esploratori: quindi se avete a disposizione 2 settimane, cercate di muovervi approfittando dei traghetti a basso costo e partendo da Zacinto raggiungete magari Cefalonia e da lì cambiando versante toccate Itaca ancora intonsa dal turismo di massa, e se il vostro budget lo consente raggiungete Lefkada. Da Lefkada poi potreste passare sul continente greco e magari raggiungere la mitica città di Olimpia. Sono numerosi infatti i tour in bus da e per Olimpia che partono anche da diverse isole verso Killini sulla terraferma e che vi riporteranno al luogo di partenza, dove riprenderete il volo di ritorno. Per coloro che cercano mete ancor più stimolanti ricordiamo che è stato istituito a Zacinto nell'area antistante la baia di Laganas, un Parco Marino protetto che dal 1999 comprende zone terresti e porzioni marine che includono anche l'arcipelago delle isole Strofadi ubicate a circa 27 miglia dalle coste meridionali dell'isola. Datevi da fare per raggiungere Stamphani, la più grande e fertile, dove è ancora visibile un antico monastero risalente al 1300 (ne avevamo notato la presenza anni addietro sulle mappe dipinte sulle pareti dell'Astrolabio catottrico visibile nel Convento dei Padri Minimi di Trinità dei Monti a Roma) e dove vive ancora un monaco autosufficiente; occorrerà invece cercare dei marinai esperti o ancor meglio degli specialisti in avifauna che vi facciano da guida, per avvicinarvi alla mitica isoletta di Arpia che da tempo immemore è stata sempre meta intermedia per migliaia di uccelli migratori provenienti dall'Africa. Vi occorrerà recuperare la fantasia degli antichi, magari rileggendo, prima del viaggio, qualche passo dell'Odissea di Omero o il mito di Fineo connesso con il viaggio degli Argonauti, per raccontare di aver scorto anche voi di passaggio nelle Strofadi, in una notte di luna piena, tra quelle migliaia di starnazzanti pennuti qualcuno di essi dotato di voce quasi umana, di robusti artigli ma anche di un invitante corpo di donna. Magari postate qualche foto, sfocata e mossa ma vi giustificherete dicendo che era notte, la barca ondeggiava e "l'ho vista arrivare all'improvviso sopra di me"...direte a chi ascolta del vostro viaggio ad Arpia, a bocca aperta.
6)Inutile ripetere che olio e miele oltre all'ouzo sono i souvenir ideali da riportare a casa. Ma vogliamo suggerirvi qualcosa di più originale da portare con voi e che vi consentirà di ricordare per lungo tempo l'isola che i veneziani chiamavano "Fiore di levante": fermatevi in qualche vivaio e chiedete una pianta di Μπουγαρίνι ( Bougarini).Si tratta di un particolare gelsomino detto arabo ma in realtà di provenienza indiana che si è naturalizzato da tempo a Zacinto. Il costo è irrisorio ma il profumo dei suoi piccoli fiori bianchi è ammaliante. Cercate con qualche piccolo accorgimento di farle fare il viaggio verso casa vostra, ponetela in un vaso non troppo ristretto e per lungo tempo continuerete ad apprezzare il profumo dell'isola di Zacinto.
Buon viaggio!
Numerosi sono i siti web e le pagine dedicati a Zacinto, questo ci è sembrato quello con le informazioni strutturate in modo più ordinato..Potete cominciare anche a valutare i prezzi degli alloggi.
http://www.zanteisland.com/it/spiagge-zante.php
Questo il sito informativo del Parco Nazionale Marino di Zacinto:
http://www.nmp-zak.org/en
Un altro buon indirizzo di una struttura familiare dotata di baietta sul mare, dove potrete alloggiare in 2 con 60 euro al giorno in giugno e settembre: http://www.benetia.gr/it-index.php